Vitigno Dolcetto

Vitigno autoctono del basso Piemonte, si caratterizza per la dolcezza del suo frutto, ma regala un vino secco, fresco e di buona beva. A seconda della zona e del tipo di vinificazione, può anche essere austero e corposo, prestandosi bene un medio invecchiamento. Tende a produrre un grande numero di grappoli che i viticoltori cercano di ridurre durante il diradamento per ottenere una migliore maturazione e qualità.

È una varietà che teme le piogge in prossimità della vendemmia e richiede molte cure per garantire un ottimo raccolto. In autunno si distingue per le sfumature rosso-aranciate che colorano le colline con macchie dai toni molto caldi.

La storia

Il vino delle tavole piemontesi

In passato, questo vitigno ha saputo ottenere dei buoni riconoscimenti oltre i confini locali, arrivando addirittura sulle tavole francesi di Re Luigi XIV grazie alle diplomazie dei Savoia.
È il primo vitigno a bacca rossa che viene vendemmiato, e questa caratteristica ha sicuramente contribuito alla sua diffusione in tutto il sud del Piemonte.
Verso la fine dell’800 venne però abbandonato per dare maggior spazio alla coltivazione del vitigno Moscato, soprattutto nella zona di Asti e nella Valle del Belbo.